lunedì 4 giugno 2012

Cantico dei vangeli

Pietro, non lasciarmi
non avrei mai pensato
che un giorno ti avrei teso le mani
come un bambino.
Ho bisogno del tuo potere di uomo,
ho bisogno che tu mi abbracci.
Io, il tuo maestro,
ho bisogno del mio discepolo,
perché tu hai creduto.
Io, che sono il tuo creatore,
sono un'anima ferita,
sono l'uomo dell'ulivo e della pace,
sono l'uomo dell'osanna e della disperazione.
Pietro,
prendi il tuo maestro tra le braccia,
sta cadendo lontano,
talmente lontano
che cade fuori dalla Terra Santa
e cade pieno di ferite e di escoriazioni.
Le pietre gli hanno devastato le mani,
ma tu sei una pietra:
tu potresti alzare le mie ferite,
rimarginarle, concluderle,
entrare con me in Paradiso.

Autrice:  Alda Merini

3 commenti:

  1. Mi hanno inviato questa meravigliosa poesia di Alda Merini, passata già a miglior vita eppure così presente nel sentimento che esprime, vivendo in ogni suo verso una resurrezione senza fine.
    Parla di Gesù, uomo più che mai nella sua fragilità "d'anima ferita".
    Il maestro chiede aiuto a Pietro e gli chiede di prenderlo tra le sue braccia perché sta cadendo "fuori dalla Terra Santa", "pieno di ferite e di escoriazioni"!
    Gesù è la poetessa stessa, Alda Merini, Gesù è l'umanità intera, che soffre la sua stessa passione, per entrare assieme in Paradiso!

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  2. pensavo di aver già pubblicato un commento e invece boh...scrivevo che questa poesia è molto bella e fa pensare e rivedere un po' le nostre fragili convinzioni di fede. Gesù che chiede aiuto a noi, a me? come è possibile, Lui al quale ci affidiamo perchè risolva i nostri problemi e guarisca le nostre ferite appare infinitamente debole e impotente MA LA SUA E' LA POTENZA INERME DELL'AMORE CHE SALVA ANCHE CHI CREDE DI ESSERE FORTE, TENDENDO UN MANO.

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  3. Caro Matteo hai dipinto con i colori dell'amore il volto di Gesù, di nostro Signore, che diventa un uomo fragile provando la debolezza e la precarietà dell'esistenza umana, come hai ben sottolineato, eppure è straripante di una "potenza inerme": l'amore!
    Mi commuove credere che Gesù possa aver sofferto nella sua breve esperienza terrena, una trentina d'anni più o meno, e del resto continua a patire, ogni giorno, attraverso noi: Lui "cade pieno di ferite e di escoriazioni", Lui vive quello che proviamo, Lui legge nel nostro cuore in ogni momento...

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