lunedì 31 dicembre 2012

L'anno che verrà

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po' 
e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. 
Da quando sei partito c'è una grossa novità, 
l'anno vecchio è finito ormai 
ma qualcosa ancora qui non va. 

Si esce poco la sera compreso quando è festa 

e c'è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra, 
e si sta senza parlare per intere settimane, 
e a quelli che hanno niente da dire 
del tempo ne rimane. 

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno 

porterà una trasformazione 
e tutti quanti stiamo già aspettando 
sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, 
ogni Cristo scenderà dalla croce 
anche gli uccelli faranno ritorno. 

Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno, 

anche i muti potranno parlare 
mentre i sordi già lo fanno. 

E si farà l'amore ognuno come gli va, 

anche i preti potranno sposarsi 
ma soltanto a una certa età, 
e senza grandi disturbi qualcuno sparirà, 
saranno forse i troppo furbi 
e i cretini di ogni età. 

Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico 

e come sono contento 
di essere qui in questo momento, 
vedi, vedi, vedi, vedi, 
vedi caro amico cosa si deve inventare 
per poterci ridere sopra, 
per continuare a sperare. 

E se quest'anno poi passasse in un istante, 

vedi amico mio 
come diventa importante 
che in questo istante ci sia anch'io. 

L'anno che sta arrivando tra un anno passerà 

io mi sto preparando è questa la novità

Autore:  Lucio Dalla

Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere


Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere
Vend. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Pass. Almanacchi per l'anno nuovo?
Vend. Sì signore.
Pass. Credete che sarà felice quest'anno nuovo?
Vend. O illustrissimo, sì, certo.
Pass. Come quest'anno passato?
Vend. Più più assai.
Pass. Come quello di là?
Vend. Più più, illustrissimo.
Pass. Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Vend. Signor no, non mi piacerebbe.
Paas. Quanti anni nuovi sono passati dacchè voi vendete almanacchi?
Vend. Saranno vent'anni, illustrissimo.
Pass. A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo?
Vend. Io? Non saprei.
Pass. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Vend. No in verità, illustrissimo.
Pass. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Vend. Cotesto si sa.
Pass. Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Vend. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Pass. Ma se avestge a rifare la vita che avete fatta nè più nè meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Vend. Cotesto non vorrei.
Pass. Oh che altra vita vorreste rifare? La vita c'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Vend. Lo credo cotesto.
Pass. Nè anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Vend. Signor no davvero, non tornerei.
Pass. Oh che vita vorreste voi dunque?
Vend. Vorrei una vita così come Dio me la mandasse, senz'altri patti.
Pass. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?
Vend. Appunto.
Pass. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascono è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli è toccato che il bene; se a patto di riavere la vita di prima con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Vend. Speriamo.
Pass. Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete.
Vend. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Pass. Ecco trenta soldi.
Vend. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

Autore: G. Leopardi

domenica 30 dicembre 2012

Dormire

Vorrei imitare
questo paese
adagiato
nel suo camice
di neve.

Autore:  Giuseppe Ungaretti

venerdì 28 dicembre 2012

Lo zampognaro

Se comandasse lo zampognaro
che scende per il viale
sai che cosa direbbe
il giorno di Natale?

“Voglio che in ogni casa
 spunti dal pavimento
 un albero fiorito
 di stelle d'oro e d'argento“.

Se comandasse il passero
che sulla neve zampetta
sai che cosa direbbe
con la voce che cinguetta?

“Voglio che i bimbi trovino
 quando il lume sarà acceso
 tutti i doni sognati
 più uno, per buon peso“.

Se comandasse il pastore
del presepe di cartone
sai che legge farebbe
firmandola col lungo bastone?

“Voglio che oggi non pianga
 nel mondo un solo bambino
che abbiano lo stesso sorriso
 il bianco, il moro, il giallino“.

Sapete che cosa vi dico
io che non comando niente?
Tutte queste belle cose
accadranno facilmente.

Se ci diamo la mano
i miracoli si faranno
e il giorno di Natale
durerà tutto l'anno.

Autore:  Gianni Rodari


Per risplendere

La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati
la nostra paura più profonda
è di essere potenti oltre ogni limite.

È la nostra luce, non la nostra ombra
a spaventarci di più.
Ci domandiamo: “Chi sono io
per essere brillante, pieno di talento, favoloso?“

In realtà chi sei tu per non esserlo?
Siamo figli di Dio.
Il nostro giocare in piccolo
non serve al mondo

Non c'è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi
cosicché gli altri non si sentano
insicuri intorno a noi.

Siamo tutti nati per risplendere come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio
che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi.

E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere
inconsapevolmente diamo agli altri
la possibilità di fare lo stesso.

E quando ci liberiamo
dalle nostre paure
la nostra presenza automaticamente
libera gli altri.

Autore:  Nelson Mandela







mercoledì 26 dicembre 2012

Monologo per Natale

Sono un monologo che non ha figura né voce.
Sono un teatro evangelico
in questa mia immaginazione.
Nel cuore vero di Dio
è nata la favola stupenda della natività.
E nessuno sa che cosa sarà di questo bambino
che nasce sorridente e che fa la felicità di Maria.
Nessuno sa cosa sarà di noi
ognuno è dentro questo bambino ignudo
felice di poca paglia
e che non sa parlare se non con il suo sorriso
un bambino...
Pensate che Dio col suo figlio
ha salvato il bambino che è in tutti noi
il poeta che è in tutti noi
l'esiliato che è in tutti noi
e soprattutto il peccatore redento.
Ci ha perdonati tutti Dio
da tempo immemore prima ancora
che noi commettessimo peccato.
C'è un deposito in banca per tutti i cristiani
una moneta antica che vale moltissimo:
il suo perdono.
Ogni volta che noi peccheremo
andremo a riscuotere una parte
di questo immenso deposito d'amore
che Dio ci ha portato in terra.
Queste monete non cambieranno mai nel corso dei secoli
né Dio cambierà mai nel corso dell'eternità.
E se voi dite che l'eternità non esiste
vuol dire che non avete capito niente
né della natività, né della morte e del patire nostro
e neanche dell'apparente morte che verrà più tardi
in questo grande bambino che siamo tutti noi
noi che oggi adoriamo il presepe.

Autrice:  Alda Merini

Nel silenzio

Nel silenzio 
della notte
di Natale 

tra le stelle
più luminose
dell'anima

ti ho cercato
con gli occhi
di un bambino

e Tu mi hai sorriso
dal presepe divino
di un cuore infinito.




domenica 23 dicembre 2012

Avvento

Affascinate, cieli, con la vostra purezza
queste notti d'inverno
e siate perfetti!
Volate più vive nel buio di fuoco, silenziose meteore
e sparite.
Tu, luna, sii lenta a tramontare,
questa è la tua pienezza!

Le quattro bianche strade se ne vanno in silenzio
verso i quattro lati dell'universo stellato.
Il tempo cade, come manna, agli angoli
della terra invernale.

Noi siamo diventati più umili delle rocce,
più attenti delle pazienti colline.

Affascinate con la vostra purezza queste notti di Avvento,
o sante sfere...

...

Autore:  Thomas Merton.

domenica 16 dicembre 2012

La nascita di Gesù

In quel tempo fu emanato un editto da Cesare Augusto per il censimento di tutto l'impero.
Questo censimento fu il primo che ebbe luogo quando Quirino era governatore della Siria.
Tutti andavano a farsi iscrivere, ciascuno nella propria città.
Ed anche Giuseppe salì dalla Galilea, dalla città di Nazaret, per recarsi in Giudea, nella città di David, chiamata Betleem, perchè egli era della casa e della famiglia di David, per farsi iscrivere insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
E mentre si trovavano là, si compirono i giorni in cui ella doveva avere il bambino, e diede alla luce il suo figlio primogenito; lo avvolse in fasce e lo adagiò in una mangiatoia, perchè essi non avevano altro posto nella stanza.

Autore:  Dal vangelo secondo Luca.

sabato 15 dicembre 2012

Paris at night

Trois allumettes une à une allumées dans la nuit.
La première pour voir ton visage tout entier.
La seconde pour voir tes yeux.
La dernière pour voir ta bouche.
Et l'obscurité tout entière pour me rappeler tout cela.
En te serrant dans mes bras.

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte.
Il primo per vederti tutto il viso.
Il secondo per vederti gli occhi.
L'ultimo per vedere la tua bocca.
E tutto il buio per ricordarmi queste cose.
Mentre ti stringo fra le braccia.

Autore:  Jacques Prévert

Danza lenta

Hai mai guardato
i bambini in un girotondo?
O ascoltato il rumore della pioggia
quando cade a terra?

O seguito mai lo svolazzare
irregolare di una farfalla?
O osservato il sole
allo svanire della notte?

Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce.
Il tempo è breve.
La musica non durerà.

Percorri ogni giorno in volo?
Quando dici:
"Come stai?"
ascolti la risposta?

Quando la giornata è finita
ti stendi sul tuo letto
con centinaia di questioni successive
che ti passano per la testa?

Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce.
Il tempo è breve.
La musica non durerà.

Hai mai detto a tuo figlio:
"Lo faremo domani?"
senza notare nella fretta
il suo dispiacere?

Mai perso il contatto
con una buona amicizia che poi è finita
perchè tu non avevi mai avuto tempo
di chiamare e dire: "Ciao"?

Faresti meglio a rallentare.
Non danzare così veloce.
Il tempo è breve.
La musica non durerà.

Quando corri così veloce
per giungere da qualche parte
tu perdi la metà
del piacere di andarci.

Quando ti preoccupi
e corri tutto il giorno,
come un regalo mai aperto...
gettato via.

La vita
non è una corsa.
Prendila piano.
Ascolta la musica.

Autrice:  Una ragazzina speciale.

Prosa e poesia

Ho letto la tua cronaca sulla morte di Morosini e la poesia "I Bimbi" e sono emozionato.
E' un'emozione sofferente e non gioiosa per quanto hai scritto sulla morte del calciatore del Livorno.
Emozionante ma non sofferente e ricca di misteriose incognite la piccolissima poesia che hai pubblicato in marzo.

Rileggo e rileggo nuovamente e ancora mi soffermo sullo scritto per Morosini e sento passarmi nelle vene una scossa che mi sconvolge; ma non mi sconvolge nè mi terrorizza la morte bensì la tua solitaria sofferenza.
Non trovo espressioni adatte per riversare il mio sentimento nei confronti della tua sofferenza e poi non servono.
Da cristiano però ti propongo in modo molto, molto discreto di soffermarti a lungo se ti è possibile di fronte a una immagine qualsiasi di un Cristo sofferente in croce: forse solo lì è possibile accettare di patire, sempre non capendo. Perchè quaggiù non possiamo capire.

La piccolissima poesia I BIMBI è delicatissima, soave, infinita.
Vorrei interpretarla però in senso positivo dicendoti che il Creatore ha deciso volutamente così.
Per l'adulto cè un solo modo per poter essere un'ala libera di volare come un bimbo: si chiama SERVIRE.
In altre parole mettere a disposizione la propria persona, tutta.
La ricchezza ti fa vivere bene, la salute ti fa sentire forte, il mettersi a disposizione ti dona una gioia immensa che ti sembra di volare.
Per questa motivazione all'uomo non sono state create le ali ma è stata data la ragione e la libertà di scelta.

Autore:  Nicola Muscarello.

martedì 4 dicembre 2012

Il Piccolo Principe addomestica la volpe...

Un brano tratto dal capitolo XXI.
...
Disse la volpe:
"Se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro.
Tu sarai per me unico al mondo e io sarò per te unica al mondo.
...
Se tu m'addomestichi la mia vita sarà come illuminata.
Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri.
Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra.
Il tuo mi farà uscire dalla tana, come una musica.
...
Per favore, addomesticami."

"Volentieri", rispose il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, però.
Ho da scoprire degli amici e da conoscere molte cose".

"Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe.
"Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla.
Comprano dai mercanti le cose già fatte.
Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici.
Se tu vuoi un amico addomesticami!"
...

Autore:   Antoine De Saint-Exupéry.                            

sabato 1 dicembre 2012

Signore, mi raccomando

Signore, mi raccomando

Signore, quando arriverò in fondo alla strada
se è possibile e non ti è di peso,
fa che succeda, in un giorno caldo, d'estate,
sereno, quieto e con i bambini che gridano,
col sole alto per farmi restare
gli occhi pieni di luce, per farmelo ricordare.

Signur, me racumande

Signur, quant riarò 'n font ala strada
se l'é pusibol e se t'en fa de gnent
fa chel capite, en dé dé calt, d'istà,
seré, quiet e coi putei che usa,
col sul valt isé de fam restà
iocc pié de ciar, per famel ricurdà.

E un'altra cosa, intanto che l'ho in mente,
pensaci Tu a quelli che rimangono qui,
non farmi partire con la preoccupazione,
prendili per mano come farai con me.
Per insegnarmi la strada che porta
a casa Tua... Magari anche la mia.
Almeno lo spero, se non mi hanno ingannato
tutti quelli che mi hanno insegnato a farmi il segno della croce.

E n'altra roba, entant che l'ò i n'a ment,
pensega Té a chei che resta ché,
fam mia 'ndà ia con la preocupasiù,
ciapi per mà cume farét con mé.
Per ensignam la strada che la porta
a casa Tò... Magare anche la mé.
Almen el spere, si ma mia 'embruiat
toi chei chi ma 'nsignat a fam la crus.

Autore:  Aroldi Eros