arrivò una cartolina
che diceva con ardire
uno di noi due deve partire.
A chi tocca la sentenza
che richiama una partenza,
non la madre non la figlia
ma al papà capo famiglia.
Qua vicino c'è la guerra,
si combatte per cielo-mare-terra,
c'è chi soffre c'è chi muore
c'è chi attende con tremore.
Tu parti e ti chiedi perché
ma anche la famiglia è con te
a condividere ansia e paura,
perché la vittoria non è sicura.
Passano i mesi e i tuoi desideri
affollano la mente di tanti pensieri
ma il più urgente è di tornare
la tua famiglia riabbracciare.
La mia giornata da mattino a sera
trascorre tra paura, pensieri e preghiera,
i compagni da consolare
e le loro storie da ascoltare.
Qua si combatte ma chi è il nemico?
Il compagno vicino che viene colpito;
nessuno dei due accetta la sorte,
vogliamo la vita non la morte.
A guerra finita sono tornato
questa esperienza mi ha trasformato
ma il pensiero che sempre mi afferra:
a che serve fare la guerra?
Autrice: Caterina Faganelli.
A che serve fare la guerra? Inizio il mio umile commento con la domanda finale della poesia di Caterina che ci descrive con sentimento l'angoscia di chi parte per andare a combattere.
RispondiEliminaMesi e mesi di separazione forzata dalla propria famiglia, ansia e paura di non tornare a riabbracciare le persone amate.
Si consolano i soldati raccontando ed ascoltando le loro storie, diverse ed uguali, accomunati dalla stessa terribile guerra: ma a cosa serve la guerra?
"Qua si combatte ma chi è il nemico? Il compagno vicino che viene colpito" richiama alla mia memoria di studente la poesia "Fratelli" di Ungaretti che andò a pubblicare qui di seguito.
RispondiElimina