sabato 4 gennaio 2014

Francesco, el me bel angilì

Francesco, el me bel angilì

Siem che chel spetaem, co la òiå de pudì
tignìl en po’ ’n bras, e dagå en basì.
Ma lü el ga it freså, d’endà ‘n Paradìs
e senså dis gnancå Ciao noni, ariidìs!”

E adés l’è là in altå,  chel spetå che rie,
a cuntagå le storie, de maghi e de strie
cume fa töti i noni, coi so neudì.
“Vegnarà e pó la mamå, me bel angilì”.


Traduzione

Francesco, il mio angioletto

Stavamo ad aspettarlo con la voglia di poter
tenercelo in braccia e dargli anche un bacio.
Ma lui ha avuto fretta di andare lassù
senza dire nemmeno ”Ciao nonni, arrivederci!”

E adesso è là in alto che aspetta che arrivi
perché gli racconti di maghi e di streghe
come fan tutti i nonni coi lor nipotini.
Verrà anche la mamma, mio bell’angioletto”.

Autore:  Eros Aroldi

1 commento:

  1. Il nostro carissimo poeta di Asola, Eros Aroldi, non ha potuto tenere in braccio il nipotino per raccontargli "de maghi e de strie", già non gli ha narrato come fanno tutti i nonni delle storie sui maghi e sulle streghe, no non l'ha fatto, non ha proprio avuto il tempo di fermarlo quaggiù perchè lui, Francesco, ha avuto fretta di andare lassù, 'n Paradìs!
    Resta un mistero l'esistenza umana con mille rivoli che scorrono sotto il cielo del Padre, alcuni hanno una portata d'acqua vitale maggiore, altri più breve ed altri ancora non escono neppure dalla terra, dal grembo materno, non vengono alla luce, restano nella sorgente senza diventare un getto vivo di mille e mille gocce respiranti...


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