Tra i poeti di Verona che hanno partecipato alla serata di venerdì 30 agosto alla chiesa dei Disciplini a Castiglione vi voglio presentare Stella Cernecca, che inizia la sua gradita partecipazione al nostro umile sito di "internauti" con questo breve componimento. Credo che il linguaggio simbolico ed ermetico di questa poesia possa portare senz'altro a diverse interpretazioni che rispondono allo stato d'animo ed alla sensibilità del lettore. Non so bene cosa volesse sottintendere Stella, sarà mia cura "intervistarla" appena la incontrerò, ma da parte mia resto colpito dalle sue parole scelte seguendo inconscie radici "ungarettiane" ... Il ramo spoglio mi suggerisce l'esistenza umana spesso derubata dalle vicissitudini , dalle mille traversìe che la svuotano con le disillusioni... Il "merlo nero che banchetta" parla di morte, di dolore... Il "caco maturo arancio vivo" potrebbe essere la stessa poetessa o il lettore che ne condivide l'angoscia esistenziale. Colpisce la maturità del frutto che si esprime nel caldo colore mediterraneo, un inno alla voglia di vivere, di amare nonostante il "merlo nero"!
Aggiungo questo commento che mi è stato spedito da Peter, l'anonimo poeta che spesso ci allieta con suoi componimenti: "Mi ritrovo in quel caco maturo che si sente ancora vivo nel suo mediterraneo arancione... Per me però il protagonista angosciante e vittorioso è il "merlo nero", che "banchetta" avidamente con il povero caco, con l'umanità sconfitta nei suoi sogni, nei suoi ideali di sempre." Forse in parte ha ragione Peter ma io vedo nell'autrice una fiamma indomita di speranza ed è per questo che vado oltre il merlo funereo e mi aggrappo al caco ancora vivo!
Tra i poeti di Verona che hanno partecipato alla serata di venerdì 30 agosto alla chiesa dei Disciplini a Castiglione vi voglio presentare Stella Cernecca, che inizia la sua gradita partecipazione al nostro umile sito di "internauti" con questo breve componimento.
RispondiEliminaCredo che il linguaggio simbolico ed ermetico di questa poesia possa portare senz'altro a diverse interpretazioni che rispondono allo stato d'animo ed alla sensibilità del lettore.
Non so bene cosa volesse sottintendere Stella, sarà mia cura "intervistarla" appena la incontrerò, ma da parte mia resto colpito dalle sue parole scelte seguendo inconscie radici "ungarettiane" ...
Il ramo spoglio mi suggerisce l'esistenza umana spesso derubata dalle vicissitudini , dalle mille traversìe che la svuotano con le disillusioni...
Il "merlo nero che banchetta" parla di morte, di dolore...
Il "caco maturo arancio vivo" potrebbe essere la stessa poetessa o il lettore che ne condivide l'angoscia esistenziale.
Colpisce la maturità del frutto che si esprime nel caldo colore mediterraneo, un inno alla voglia di vivere, di amare nonostante il "merlo nero"!
Aggiungo questo commento che mi è stato spedito da Peter, l'anonimo poeta che spesso ci allieta con suoi componimenti:
RispondiElimina"Mi ritrovo in quel caco maturo che si sente ancora vivo nel suo mediterraneo arancione... Per me però il protagonista angosciante e vittorioso è il "merlo nero", che "banchetta" avidamente con il povero caco, con l'umanità sconfitta nei suoi sogni, nei suoi ideali di sempre."
Forse in parte ha ragione Peter ma io vedo nell'autrice una fiamma indomita di speranza ed è per questo che vado oltre il merlo funereo e mi aggrappo al caco ancora vivo!
Mi trovo molto d'accordo quanto tu detto, a riguardo di Stella.
RispondiEliminaUn cordiale saluto da Trieste - Fabio