venerdì 29 novembre 2024

San Martino

   La nebbia agl’irti colli             piovigginando sale,

e sotto il maestrale 
urla e biancheggia il mar;

ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.

Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
sull’uscio a rimirar

tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.

Autore: Giosuè Carducci.


1 commento:

  1. Chi di noi non ha studiato a scuola questa bellissima poesia di Giosuè Carducci?
    Ricordo con grande nostalgia la mia maestra Vanda Gnutti che mi spiegò con dovizia di parole i versi indimenticabili di questa ode all'autunno.
    La nebbia che nella mia lontana infanzia dominava tutte le colline moreniche era fine fine come pioggerellina e ti entrava nelle ossa ... Noi a Castiglione non avevamo il mare che biancheggiava ed urlava sotto la veemenza del maestrale, solo il fiumiciattolo Rial passava dal quartiere natìo di Portalago quasi in silenzio...
    Però anche il mio borgo si rallegrava per il ribollire dei vini nelle cantine e per la selvaggina che i cacciatori portavano nelle osterie.
    Mio padre fischiettava felice sull'uscio del nostro cucinino e mi mostrava gli stormi degli uccelli migratori e con essi volavano i nostri pensieri esuli nel tramonto magico dell'autunno.

    RispondiElimina