Lungo viali senza fine mi persi
nelle calde notti di Buenos Aires
e più volte sentii una voce
che chiamava nel vento lieve:"Sergio!"
Dappertutto vi era la presenza tua
e sorridente al caffè Tortoni
mi stavi aspettando sulla porta
contento e sorpreso di vedermi.
Nell'affollata piazza di San Telmo
m'hai fatto ballare la Cumparsita
volando felice nel tuo ricordo
sino al Caminito incantato.
T'ho visto tifar alla Bombonera
con mille emigranti italiani
mentre il fantastico calcio del Boca
s'univa al tango della gioventù.
Nella Pampa t'ho incontrato sai
negli occhi di un vecchio gaucho
e i racconti d'un tempo passato
m'han parlato di te o padre mio!
Si è realizzato infine il grande sogno di visitare Buenos Aires, la città dove mio padre lavorò per tre anni al tempo di Peron.
RispondiEliminaEzio sbarcò nella capitale dell'Argentina il 25 luglio 1949 dopo aver fatto un lunghissimo viaggio sulla nave Brasil attraverso l'oceano Atlantico.
Mi parlò favorevolmente dell'ospitalità ricevuta e io rimasi affascinato dei suoi racconti sentiti nella mia infanzia.
L'emozione di percorrere i viali della capitale e la possibilità di visitare i quartieri più caratteristici mi hanno veramente appassionato e ho sentito vicinissimo papà.
Con lui ho ballato il tango e ho cantato e ho festeggiato con tante persone provenienti da tutto il mondo per comprendere che siamo tutti fratelli, come lo sono stati gli emigranti che andavano in cerca di lavoro per tutta l'America Latina.
Grazie papà per avermi insegnato ad amare e rispettare il mio prossimo, grazie per quello che sono e per quello che sento, grazie per avermi amato così tanto, grazie per avermi dato un appuntamento fantastico a Buenos Aires.
Parole che riescono a toccare il cuore. 💕
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