Quando l'occhio indugia ad ovest
dove i soli talvolta sciolgono
il sudario di luce che non svela
sempre giunge un canto
il vento dice:
"Volgi ad est il volto così che albeggi
là le cime dei pini hanno intarsi d'oro
ed i capelli biondi delle ragazze
sono anch'essi arazzi delle nostre schiere
ci attendono i lucenti araldi, nel clamore
per infliggere un nuovo mattino al mondo"
uno sprazzo può trafiggere anche
la tenebra della palpebra più chiusa
poi ricordo:
l'elsa che impugno è fatta di ossa
come la mia spina dorsale
la sua lama è lo squarcio
fra la terra e il mare
ed eterna mi è sorella la notte
io che con cenere e stelle
incenerisco anche il sole.
Autore: Damiano Hohenheim
Carissimi internauti vi porto in questa terra surreale ed ermetica che il poeta Damiano ci fa balenare attraverso le sue sensazioni percettive e sognanti, frutto di una visione tra il dormire e lo svegliarsi... l'occhio indugia ad ovest nel tramonto che scioglie la luce mentre il vento invita a volgere lo sguardo ad est che porta il nuovo mattino al mondo... intarsi d'oro offre il sole tra le cime dei pini e la poesia diventa visionaria nella meravigliosa immaginazione e descrizione dell'albeggiare tramite libere parole che si rincorrono senza più punteggiatura, come in una cascata continue di apparizioni.
RispondiEliminaCapelli biondi di ragazze come arazzi richiamano il sogno che nasce ancora una volta ad oriente.
La voglia di dormire stride con il risveglio ma i lucenti araldi del sole infliggono un nuovo mattino!
La palpebra si arrende e si apre infine...anche se il poeta si ricorda che la sua battaglia continuerà con l'arrivo della prossima notte che l'avrà vinta sul sole.
Inutile dire che anch'io quando mi alzavo presto per andare a lavorare indugiavo volentieri il mio occhio ad ovest ...