- L’albero a cui tendevi
- la pargoletta mano,
- il verde melograno
- da’ bei vermigli fior,
- nel muto orto solingo
- rinverdì tutto or ora
- e giugno lo ristora
- di luce e di calor.
- Tu fior de la mia pianta
- percossa e inaridita,
- tu de l’inutil vita
- estremo unico fior,
- sei ne la terra fredda,
- sei ne la terra negra;
- né il sol piú ti rallegra
- né ti risveglia amor.
Autore: Giosuè Carducci.
È passato un anno da quando correvi felice sul campo del castello insieme ai tuoi compagni di squadra, mi sembra ieri caro Lorenzo...
RispondiEliminaFaccio fatica a non vederti inseguire il pallone, amico mio, così alzò gli occhi al cielo in cerca delle tue ali di giovane falco tra le nuvole maestose del paradiso. Come si gioca lassù? ... ed il mister è certamente bravo! Ti ha voluto con Lui per una partita senza fine che dura per sempre nell'eterna gioia di un divertimento che io solo in piccola parte ti avevo potuto dare nella spensieratezza del nostro modo di giocare a pallone...Nè vinti nè vincitori dove ora stai giocando, Falco mio, solo vittoria della vita ed è per questo che il nostro pianto, antico come quello di Carducci, è giovane di speranza di rivederti...
Mi ha scritto la carissima Zaira, maestra d'altri tempi come da me etichettata con amicizia e stima, dicendomi che:
RispondiElimina"PIANTO ANTICO è una delle poesie che ho fatto sempre studiare ai miei scolari perché è la più bella e toccante lirica, il più struggente componimento paterno di disperato amore verso il figlio perso per sempre!
Sei nella terra fredda sei nella terra negra...
Carducci non vede un barlume di luce che solo la fede può portare nel cuore di un genitore, ma la famiglia di Lorenzo ed anche tu, caro Sergio suo allenatore, credete in qualcosa che va oltre la morte, in quel Dio Padre che è eterna vita...
Falco è nell'eternità ed è luce nei vostri cuori e nei vostri pensieri guidati dalla fede.
Un abbraccio a tutti i poeti che non smettono di sentire mai, vostra Zaira."